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Mantova, Possanzini: "Vi spiego l'ipno-zona. Il 3-0 sul Brescia ci ha dato certezze"

Mantova, Possanzini: "Vi spiego l'ipno-zona. Il 3-0 sul Brescia ci ha dato certezze"TUTTO mercato WEB
domenica 5 maggio 2024, 16:27Serie C
di Simone Lorini

Nel giorno del debutto in Supercoppa Serie C Tuttosport ha intervistato il tecnico del Mantova Davide Possanzini, protagonista della promozione in Serie B della formazione virgiliana.

Un anno fa a quest'ora cosa stava facendo?
"Ero un allenatore disoccupato, o meglio sotto contratto con il Brescia, ma dopo due sole partite alla guida della prima squadra non avevo potuto finire nemmeno il percorso cominciato con la Primavera. Sapevo di avere delle idee, ma non avevo chi era pronto a sposarle".

Tutto cominciò da una chiacchierata col ds Cristian Botturi
"Mi aveva visto lavorare a Brescia, ci conoscevamo da qualche anno, ma non era detto ci fosse connessione. E invece bastò poco per capire che eravamo sulla stessa lunghezza d'onda. Il calcio dovrebbe essere sempre così. Per le abitudini italiane quanto accaduto a Mantova quest'anno è l'eccezione e non la regola. Perché? A volte si dice "prendiamo quello che fa meno danni" e invece se non vedi il calcio allo stesso modo poi non può funzionare. Dopo il primo incontro con Botturi, lui non sapeva quale sarebbe stato il suo futuro. Gli dissi che l'avrei seguito ovunque. Poi è spuntato il Mantova e ho accettato nonostante il ripescaggio fosse tutt'altro che certo".

Potevate essere in D, vi ritrovate in B dopo aver mostrato un calcio fantastico...
"Dal primo giorno di ritiro ho capito che i giocatori credevano nelle nostre idee. Un gioco sempre propositivo, senza mai speculare. Alla prima giornata subito il Padova: nell'intervallo dissi a Botturi che se loro erano i favoriti allora anche noi ce la saremmo giocata per il primo posto. Nonostante il progetto fosse triennale e l'obiettivo per il primo anno fossero i playoff".

Com'è nata la ipno-zona?
"Definizione simpatica che ha dato un giornalista mantovano per descriverci quando a volte teniamo palla e ci fermiamo, accarezzando il pallone con la suola, aspettando che gli avversari vengano a prenderci per trovare spazi alle loro spalle, sfruttando poi il palleggio per andare a far gol. Siamo contenti di aver dimostrato che anche in C si può giocare a calcio, senza ricorrere a lanci lunghi, a difesa e contropiede. In estate il 3-0 sul Brescia in amichevole ci ha fatto capire che la strada era quella giusta".

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